domenica 30 novembre 2014

Wilde Salomé (recensione)

Trama. Al Pacino alle prese con la messa in scena dell'opera teatrale Salomé scritta da Oscar Wilde, dove interpreta la parte di Erode, decide di realizzare un film utilizzando la stessa storia e gli stessi attori. Mentre gira il film, però, decide di documentare i diversi passaggi che portano alla sua elaborazione. Nasce cosi "Wilde Salomé".
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Recensione di Fabio

L'operazione portata avanti da Al Pacino con Wilde Salomé ricorda un altro lavoro dello stesso attore-regista che risale ormai a quasi vent'anni fa: Looking for Richard dedicato al Riccardo III di Shakespeare. Dalla passione per il bardo a quella per un altro grande scrittore britannico (anche se irlandese di nascita, per la precisione). Passione o meglio ossessione. È questo il sostantivo giusto da usare per connotare il film. L'ossessione è prima di tutto quella di Salomé per Iokanaan (Giovanni Battista): la vergine sente la sua voce e si innamora di lui. Al rifiuto di un bacio da parte del profeta, dopo aver danzato per il patrigno Erode che le promette ogni cosa se danzerà per lui, chiede al sovrano di farle portare su un piatto d'argento la testa di Iokanan.



L'ossessione che caratterizza l'opera è però anche quella di Al Pacino che si immerge totalmente in questo progetto, scontrandosi anche con i produttori. Difficoltà di produzione che poi saranno anche di distribuzione. Dopo la presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2011 ci sono voluti oltre tre anni perché uscisse almeno in dvd, un lavoro che avrebbe meritato maggiore interesse e più visibilità. Seguendo costantemente Pacino il documentario diventa sotto certi punti di vista un ritratto personale del grande artista americano con origini italiane. Il lavoro di ricerca porta l'attore-regista sulle tracce di Oscar Wilde, a Londra Parigi, Dublino, New York. Ci racconta la vita dello scrittore, della sua opera. Rraccoglie anche interventi di personaggi famosi come Bono Vox degli U2, di Tom Stoppard, Gore Vidal.

Pacino riesce sapientemente ad amalgamare questa parte più documentaristica nel senso classico a quella dedicata alla preparazione dell'opera teatrale che lo vede impegnato nel ruolo di Erode. Le prove, la prima, alcune delle migliori scene che poi compongono il film teatrale. Per il quale il grande Al Pacino ha voluto Jessica, straordinaria come si può ammirare dagli stralci presenti nel documentario e con maggiore completezza nel film: Salomé.

 
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