lunedì 17 novembre 2014

L'Uomo di Marte (The Martian): la recensione del libro di Andy Weir


Trama: Mark Watney è stato uno dei primi astronauti a mettere piede su Marte. Ma il suo momento di gloria è durato troppo poco. Un’improvvisa tempesta lo ha quasi ucciso e i suoi compagni di spedizione, credendolo morto, sono fuggiti e hanno fatto ritorno sulla Terra. Ora Mark si ritrova completamente solo su un pianeta inospitale e non ha nessuna possibilità di mandare un segnale alla base. E in ogni caso i viveri non basterebbero fino all’arrivo dei soccorsi. Nonostante tutto, con grande ostinazione Mark decide di tentare il possibile per sopravvivere. Ricorrendo alle sue conoscenze ingegneristiche e a una gran dose di ottimismo e caparbietà, affronterà un problema dopo l’altro e non si perderà d’animo. Fino a quando gli ostacoli si faranno insormontabili…





Recensione di Sara

La copertina de L'Uomo di Marte, edito da Newton Compton, descrive il libro di Andy Weir come una commistione tra il Gravity di Cuaron e Robinson Crusoe di Defoe e, in effetti, non c'è modo migliore per riassumere questo interessante libro. Weir riesce a regalarci, nella drammaticità della storia, dei momenti di sano umorismo che viene affidato al caparbio Mark Watney e al suo diario di bordo. Grazie a questa scelta, si riesce a rendere più scorrevole e leggibile anche tutte quelle parti arricchite dai termini tecnico-scientifici. Quindi se ad un primo sguardo il racconto è molto semplice, Weir nasconde all'interno una prosa complessa, piena di specifiche interessanti e ben raccontate, commistionando anche diversi registri di narrazione. 

Un po' come, infatti, fece Stephen King con il suo Carrie, l'autore passa agilmente, come se fosse in completa assenza di gravità, dalla prima persona del diario alla terza dell'astronave con gli ex-compagni di Watney pronti a salvarlo e della NASA, dai dialoghi in messaggistica, ai rapporti ufficiali delle missione. Inutile dire che la parte dei diari è quella più coinvolgente e divertente, grazie ad un protagonista, alter ego dello scrittore, che sa come parlare ai propri lettori, che sa tenerli incollati alle proprie righe anche nel momento in cui spiega come scindere l'idrogeno e l'ossigeno per poi metterli insieme e creare l'acqua. 
Si respira l'aria di Marte tra queste pagine, come mai era accaduto prima d'ora. La polvere che sporca le tute, sembra di sentirla anche sulla nostra pelle e non c'è un momento quando, immersi nella lettura, non ci senta accanto a Watney e alle sue avventure. Cuaron ha dimostrato come si possa tenere in piedi un grandissimo film solo con un'attrice e il vuoto attorno a lei, Weir fa lo stesso, attraverso le sue pagine, tenendoci con il cuore in gola e facendoci continuamente domandare come sta Mark, quando, per spezzare il ritmo, ci porta ad Houston oppure sull'astronave del capitano Lewis.



Veniamo ora al film che Ridley Scott sta traendo da questa opera. Nel ruolo di Mark ci sarà un perfetto Matt Damon, impossibile, infatti non vedere la faccia dell'attore mentre si legge il libro. Watney si sovrappone perfettamente a Damon nel ruolo del simpatico ed intelligente astronauta. Vediamo, invece, nel dettaglio il ruolo della nostra Jessica, che sarà quello di Melissa Lewis, comandante della spedizione Ares 3 che dovrà tentare l'ultimo disperato salvataggio di Mark.  Il suo personaggio appare per la prima volta a pagina 107 e la si ritrova sempre per poche pagine anche più avanti fino ad un finale corale che la vede protagonista assieme al suo equipaggio. Un ruolo sicuramente forte, da bad-ass, ma che forse la vedrà ancora una volta ai margini della storia, nonostante il suo personaggio sia fondamentale per il salvataggio di Watney.

C'è da sperare che la sceneggiatura di Drew Goddard (che ci ha regalato perle come Quella casa nel bosco, War World Z e alcuni episodio di Lost e Alias) decida di costruire un parallelo tra la storia Mark e quella della Lewis, con un montaggio diverso che non veda Jessica apparire solo dopo un'ora di pellicola (un po' come per Interstellar). C'è da stare contenti comunque sul fatto che l'opera in sé sia molto valida (anche se arriva tardi dopo Gravity e lo stesso film di Nolan) che il cast è stellare (oltre al già citato Damon ci saranno Sean Bean, Kate Mara, Sebastain Stan, Kristen Wiig, Michael Pena, Chiwetel Ejiofor) e che Jessica potrà, finalmente, indossare la tuta d'astronauta come sognava!


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